martedì 17 settembre 2024

Le Vipers vincono il primo campionato della WNF

Le Vipers di Città del Messico hanno vinto il primo campionato della Women's National Football (WNF), una nuova lega messicana di football americano femminile in bikini. Le sei squadre partecipanti avevano già disputato campionati in altre leghe.

 Le Vipers entrano in campo in una partita della WNF
(foto dalla pagina Facebook delle Vipers)

Le squadre

Charms (Città del Messico)
Legionarias (Città del Messico)
Mambas Negras (Puebla)
Pats Rojo (Città del Messico)
Rangers (Mérida)
Vipers (Città del Messico)


Il 3 agosto le Mambas Negras hanno comunicato di non poter proseguire il campionato non avendo un numero di giocatrici sufficiente. Di conseguenza alle partite ancora da giocare (compresi due incontri da recuperare) è stata assegnato a tavolino il punteggio di 35-0 per le avversarie.

I risultati

Prima giornata
8.6: Charms – Legionarias 18-41
8.6: Rangers – Vipers 0-69
29.6: Pats Rojo – Mambas Negras 64-0

Seconda giornata
23.6: Charms – Vipers 0-55
13.7: Rangers – Pats Rojo 0-54
Legionarias – Mambas Negras 35-0 a tavolino (Il 22.6 la partita era stata sospesa per maltempo. Non è stata recuperata per rinuncia delle Mambas Negras.)

Terza giornata
6.7: Pats Rojo – Charms 28-4
6.7: Legionarias – Vipers 6-62
Rangers – Mambas Negras 35-0 a tavolino

Quarta giornata
20.7: Rangers – Charms 19-25 (ai supplementari con sudden death)
21.7: Legionarias – Pats Rojo 0-50
21.7: Vipers – Mambas Negras 42-0

Quinta giornata
3.8: Legionarias – Rangers 18-14
3.8: Pats Rojo – Vipers 6-7
Mambas Negras – Charms 0-35 a tavolino

Classifica della regular season

1. Vipers 5-0 (235-12)
2. Pats Rojo 4-1 (202-11)
3. Legionarias 3-2 (100-144)
4. Charms 2-3 (82-143)
5. Rangers 1-4 (68-166)
6. Mambas Negras 0-5 (0-211)

Semifinali

24.8: Pats Rojo – Legionarias 35-0 a tavolino (la partita era stata sospesa per maltempo sul 22-0 per le Pats Rojo. Il completamento era previsto per il 31 agosto, ma le Legionarias non si sono

25.8: Vipers – Charms 48-12

Gran Final
7.9.2024
Città del Messico, Campo de la Alberca Olímpica
Vipers – Pats Rojo 33-18



domenica 8 settembre 2024

Le Jets vincono il primo campionato della Liffen

Si è concluso con la vittoria delle Jets di Città del Messico, che nella finale hanno battuto le Espartanas di Mérida per 24-13, il primo campionato della Liga de football femenil nacional (LIFFEN), un nuovo campionato messicano di football americano femminile in bikini.

Per le Jets è la terza vittoria in un campionato di football in bikini: in precedenza avevano vinto il torneo primaverile e quello autunnale della LIMFA nel 2018.


Le squadre

Il 27 luglio 2023 la LIFFEN ha annunciato la prima adesione, quella delle Wolfpack di Monterrey (in precedenza nella WFL). Il 12 ottobre è stata comunicata la partecipazione delle Espartanas di Mérida (al loro primo campionato), il 25 ottobre delle Bengals di Monterrey (che però hanno poi deciso di giocare invece in un altro campionato, quello della LOFAX), il 14 novembre delle Valkirias di Saltillo (al loro primo campionato), il 22 novembre delle Jets di Città del Messico (campionati precedenti: WFL 2017, LIMFA 2018 primavera e 2018 autunno, WFL 2022 e 2023), l'8 gennaio delle Malkeridaz di Ciudad Juárez (che però non hanno poi preso parte al torneo) e il 15 gennaio delle Centinels di Città del Messico (campionati precedenti: LIMFA 2018 primavera, 2018 autunno e 2019, TIFL 2019, LOFAX 2022 primavera, 2022 autunno, 2023 primavera e 2023 autunno).

Il campionato è quindi partito con cinque squadre (Centinels, Espartanas, Jets, Valkirias, Wolfpack). Dopo la seconda giornata  le Centinels si sono ritirate e sono state rimpiazzate con le Bandidas di Monterrey (che, ai fini della classifica, hanno “ereditato” le due sconfitte delle Centinels, cominciando quindi come se avessero già perso due partite). Un'altra defezione è arrivata con le semifinali: le Valkirias non hanno giocato la partita lasciando così il passaggio in finale alle Espartanas.



I risultati

Prima giornata
19.4: Valkirias – Wolfpack 44-16
20.4: Centinels – Jets 0-20

Seconda giornata
4.5: Jets – Espartanas 35-0
4.5: Wolfpack – Centinels 26-0

Terza giornata
18.5: Espartanas – Wolfpack 0-13
27.5: Valkirias – Bandidas 26-0

Quarta giornata
15.6: Espartanas – Bandidas 40-0
15.6: Jets – Valkirias 25-0

Quinta giornata
7.7: Wolfpack – Valkirias 6-19

Sesta giornata
13.7: Valkirias – Espartanas 0-34
20.7: Wolfpack – Jets 6-12

Classifica regular season

1 Jets 5-0 (127-6)
2 Espartanas 3-2 (109-48)
3 Valkirias 3-2 (89-81)
4 Wolfpack 2-3 (67-75)
5 Bandidas 0-5 (0-147)

(Quella qui sopra è la classifica ufficiale data dalla Liffen. Non c'è corrispondenza numerica tra vittorie e sconfitte e tra punti segnati e subiti. Facendo i conti, sembra siano state assegnate due vittorie a tavolino per 35-0 rispettivamente a Jets ed Espartanas, ma una sola sconfitta a tavolino, alle Bandidas)

Semifinali
27.7: Jets – Wolfpack 19-6
Espartanas – Valkirias: non giocata per rinuncia delle Valkirias

Gran Final
10.8.2024
Città del Messico, Deportivo Pepe Espinoza
Jets – Espartanas 24-13

Pro Bowl
31.8.2024
Playa del Carmen, Unidad Deportiva Poliforum
Team Jade - Team Turquesa 34-12
Il Pro Bowl è quello che nel gergo sportivo è chiamato un all star game (o, in spagnolo, juego de estrellas), ovvero una partita con giocatrici selezionate come le migliori del campionato.

Judith Macareno, delle Wolfpack, schierata nel Team Turquesa,
ed Eryn May, delle Espartanas, inclusa nel Team Jade,
in una fase di gioco del Pro Bowl della Liffen
(Foto dalla pagina dell'Instituto del Deporte Municipal de Solidaridad)

mercoledì 3 luglio 2024

Football in bikini: intervista a Jess Moreno

Jess Moreno (nome completo Jessica Araceli Moreno Vargas) è una giocatrice delle Blue Pats di Città del Messico che hanno vinto quest'anno il campionato primaverile di football americano in bikini della Lofax. Ho avuto il piacere di fare un'intervista alla brava e bella Jess.

Ciao, campionessa. Vuoi presentarti ai lettori del blog?

Sono Jess Moreno, ho 33 anni, ho giocato per cinque anni football equipado, quattro quando era una ragazzina (dai 10 ai 14 anni) e in seguito uno solo con le Jets di Città del Messico, e per sei anni football in bikini. Ho giocato come wide receiver, quarterback e running back e il mio forte in difesa sono le posizioni di free safety e cornerback.

Come hai conosciuto il football in bikini?

Con l'invito a un tryout (provino) per una partita di esibizione. Poi mi sono unita a una squadra chiamata Centinels e poi è nato il progetto All Blacks. La stessa squadra è passata poi al nome Pats Azul / Blue Pats, all'interno del club Pats Coapa.


Jessica nella partita di esibizione organizzata dalla DLFL tra due squadre
chiamate Athenas (per le quali ha giocato) e Dzivas, 3 febbraio 2018

Cosa ti piace in particolare del football americano?

Credo fermamente che lo sport ti forma come persona, rinforza i valori che ci insegnano a casa. Ma il football americano non insegna solo questo: fisicamente ci mostra che possiamo fare di più per il nostro corpo, mentalmente ci stende, ci insegna che l'errore di una sola va a danno di tutte e ci insegna a lavorare in squadra.

Jess sorridente per la vittoria nella semifinale del campionato
primaverile del 2018 della Limfa delle sue Centinels di Città
del Messico contro le Angels di Guadalajara

Parlaci della vittoria del campionato con le Blue Pats.

Questa vittoria era davvero molto attesa e credo non solo per noi (la squadra), ma anche per i molti tifosi, dato che eravamo già sulla buona strada per vincere il campionato. Ora siamo molto felici per il trofeo e per il lavoro che abbiamo fatto per arrivarci, ma sappiamo che il successo è passeggero e che dobbiamo continuare a lavorare per mantenerci così.

Jess con la divisa delle Blue Pats

Pratichi o hai praticato altri sport?

Ho giocato a pallavolo e ho praticato kickboxing, anche se più come mezzo di difesa personale.

Chi è la tua sportiva preferita?

Nel football americano è Ana Garza: è stata la prima messicana ad arrivare a giocare football in bikini a livello professionale negli USA e la ammiro molto. Negli altri sport ammiro molto Serena Williams.

Jessica Moreno e Ana Garza

Cosa ti piace fare, oltre a giocare a football?

Viaggiare, andare in palestra, vedere film e suonare la chitarra acustica.

Vuoi aggiungere qualcosa a quanto abbiamo detto?

Mi farebbe molto piacere essere d'ispirazione per avere più donne in questa modalità del football americano. C'è molto talento in Messico. Mi piacerebbe che, invece di avere molte leghe, se ne facesse una sola, senza dover favorire gli amministratori di queste organizzazioni o club. Mi piacerebbe che puntassero veramente sul talento e sulle opportunità che possono darci per crescere dal punto di vista sportivo. E apprezzo molto che tu ci prenda in considerazione e, a nome dellla squadra, speriamo di comparire presto in altri articoli e che il tuo blog abbia un grande successo. Grazie mille!

Grazie a te, Jess!

Jess in azione con le Centinels nella finale del torneo primaverile
2018 della Limfa e in posa con la divisa delle Pats Azul







lunedì 24 giugno 2024

Football in bikini: intervista a Paola Gómez

Paola Gómez (nome completo: Dana Paola Romero Gómez) è una giocatrice delle Blue Pats di Città del Messico che hanno vinto il campionato primaverile 2024 della Lofax, una lega messicana di football americano femminile in bikini. Andiamo a conoscere, con l'intervista che le ho fatto, questa ragazza dotata di talento sportivo e (come si nota dalle foto) di notevole bellezza.

 
Paola Gómez con la divisa delle Blue Pats

Ciao, campionessa. Vuoi presentarti ai lettori del blog?

Ciao. Mi chiamo Paola Gómez, numero 24 della squadra delle Blue Pats. Ora sono più conosciuta come Fury. Ho 21 anni. Sono un'estetista, professionista nel campo della bellezza.

Cosa ti piace del football americano?

Anche se sono molto femminile, mi piacciono molto i placcaggi e lo scaricare lo stress in campo. Mi piacciono le corse e i passaggi, ma soprattutto i placcaggi.

 
Paola, in forza alle Red Fury, impegnata nel placcaggio di una
giocatrice delle Blue Pats, squadra in cui andrà poi a giocare,
in una partita del campionato primaverile 2022 della LFM.


Come hai cominciato a giocare a football?

Mio papà è allenatore di football con più di trent'anni di esperienza. Ho cominciato con il football equipado (ndr: ovvero con le protezioni tipiche di questo sport) in una squadra che si chiamava Capitanas e giocava nel campo Deportivo Venustiano Carranza. Ho fatto tre anni di equipado giocando come cornerback, wide receiver e quarterback. Quando ho compiuto 18 anni ho giocato per la prima volta il football in bikini perché per giocare in questa modalità si deve essere maggiorenni.

Cosa ti è piaciuto del football in bikini?

Ho scoperto che era la modalità per me e ho deciso che l'avrei giocato perché sapevo che avrei potuto essere dura, ma nello stesso tempo femminile e sexy: quello che ogni ragazza che ama il football americano equipado vuole.


Paola con la divisa delle Steelers

Parlaci della tua carriera nel football in bikini.

Il mio primo campionato di football in bikini l'ho giocato con una squadra chiamata Steelers, che giocava al Deportivo de los Galeana, nel ruolo di cornerback.
Poi ho giocato per due anni nella mia seconda squadra, le Red Fury (ndr: nuovo nome assunto a partire dall'inizio del 2022 dalle Steelers): una grande squadra nella quale ho fatto un po' più di esperienza in questa modalità e ho giocato come runningback, wide receiver e cornerback.
Ora la mia squadra sono le Blue Pats. Ho partecipato a tre campionati con loro nella lega Lofax Lingerie. E' qui che ho imparato a prendere la posizione e la crescita come giocatrice ha cambiato moltissimo. Qui ho giocato wide receiver, cornerback e free safety. Questa squadra è la più disciplinata in cui sono stata e quella in cui è stato più duro stare allo stesso livello di gioco delle mie compagne che avevano più esperienza. Però adoro essere una Blue.

Paola con le Red Fury

Con le Steelers / Red Fury hai raggiunto due volte la finale. Mancava però la vittoria che è arrivata con le Blue Pats.

La vittoria delle Blue Pats non è stata per niente facile ed è costata molti anni di impegno dei miei allenatori e delle mie compagne veterane presenti sin dalla fondazione della squadra. Anni di apprendimento, di sconfitte e tristezze. Ma è valsa la pena di tutto, di ogni lacrima, goccia di sudore e botta. Questo campionato è stata la miglior ricompensa: una stagione da campionesse senza sconfitte con le mie Blue.

Paola con il trofeo del campionato primaverile
del 2024 della Lofax (foto di Lilieths Hernández)
 
 
Pratichi altri sport?

Non gioco in altri sport perché nessuno mi riempie e mi aiuta come il football americano, neppure il flag football.

Chi è la tua atleta preferita?

Non c'è una sportiva che seguo in verità. Non mi interessa molto seguire una figura pubblica dello sport. Se dovessi dire un nome sarebbe Patrick Mahomes, il quarterback dei Kansas City Chiefs.

Vuoi aggiungere qualcosa in conclusione di questa intervista?

Questo è un po' della mia storia sportiva: grazie per avermi ascoltato. E un consiglio a tutte le ragazze che vogliono giocare a football americano o alla versione in bikini: “Se fosse facile, lo giocherebbe chiunque”. Se a loro piace qualcosa, lo facciano e che niente e nessuno le fermi, sognino in grande e i loro sogni diventino realtà, come un campionato vinto o una grande famiglia: come le mie Blue.


Foto dall'account Facebook di Paola Gómez.

martedì 18 giugno 2024

Le Blue Pats vincono il campionato primaverile 2024 della Lofax

Le Blue Pats di Coapa, unidad territorial situata nel sud-ovest di Città del Messico, hanno vinto il campionato primaverile del 2014 della Lofax (Liga Oriente de Football Americano Xtremo), una lega di football americano femminile in bikini. Dopo aver vinto tutte le cinque partite della temporada regular, le Blue Pats hanno battuto in semifinale le Predators di Puebla e nella finale del 16 giugno le  Lilith's Dream di Città del Messico.


L'immagine con cui le Blue Pats hanno celebrato
la vittoria nella loro pagina di Facebook.
 

Squadre partecipanti:

Angeles Guerreras (Puebla)
Bengals (Città del Messico)
Blue Pats (Città del Messico)
Lilith's Dream (Città del Messico)
Predators (Puebla)
Wolfpack (Città del Messico)

Le partite

1a giornata
21.4.2014
Blue Pats – Predators 28-6 – MVP: Brenda Inigo
Lilith's Dream – Angeles Guerreras 18-12 – MVP: Brenda Gabriela
Wolfpack – Bengals 2-2 – MVP: Pamela Reyes (Bengals)

2a giornata
28.4.2024
Angeles Guerreras – Blue Pats 14-24 – MVP: Tamara Itzel
Bengals – Lilith's Dream 6-30 – MVP: Gabriela Sánchez
Predators – Wolfpack 20-6 – MVP: María Delgado

3a giornata
5.5.2024
Bengals – Blue Pats 0-32 – MVP: Alejandra Espinoza
Lilith's Dream – Wolfpack 20-0 – MVP: Fabiola Montes de Oca
Predators – Angeles Guerreras 28-12 – MVP: Xiomara De La Torre

4a giornata
12.5.2024
Angeles Guerreras – Wolfpack 16-6 – MVP: Adriana Molina
Predators – Lilith's Dream 38-44 – MVP: Elena Monserrat

5a giornata
19.5.2024
Bengals – Predators 22-14 – MVP: Verónica Pacheco
Wolfpack – Blue Pats 0-28 – MVP: Melisa Arias

6a giornata
25.5.2024
Blue Pats – Lilith's Dream 8-6 – MVP Leslie Tellez
26.5.2024
Angeles Guerreras – Bengals 0-12 – MVP: Esther Ramírez

Classifica della temporada regular
1. Blue Pats 5-0 (118-28)
2. Lilith's Dream 4-1 (118-64)
3. Bengals 2-2 + 1 pari (42-78)
4. Predators 2-3 (108-110)
5. Angeles Guerreras 1-4 (54-88)
6. Wolfpack 0-4 + 1 pari (14-86)
(I due numeri dopo il nome della squadra indicano partite vinte e perse. Il pareggio è indicato di seguito. I due numeri tra parentesi sono i punti fatti e i punti subiti.)

Semifinali
7.6.2024
Lilith's Dream - Bengals 14-6 - MVP: Joyce Ashanti
9.6.2024
Blue Pats - Predators 28-12 - MVP: Elizabeth Ibáñez

Finale
16.6.2024
Città del Messico, Campo Pepe Espinoza
Blue Pats - Lilith's Dream 16-12



mercoledì 17 aprile 2024

Salvare gli animali: intervista a Giulia Corsini

Giulia Corsini, veterinaria di professione, ha scritto un bel libro nel quale affronta, con passione, competenza e acume da debunker, vari temi legati al mondo degli animali. Il titolo è Salvare gli animali ed è stato pubblicato nel febbraio del 2024 da Utet. Ho fatto qualche domanda a Giulia.

Giulia con la sua gatta Pratolina

Mi sembra che un leitmotiv del tuo libro sia che per “salvare gli animali” bisogna, per cominciare, conoscerli, per le cure veterinarie, ma non solo. Un approccio emotivo non appoggiato sulla conoscenza dell'animale e del contesto può avere anche effetti negativi, come nel caso di chi, con l'idea di “salvare” lo scoiattolo grigio mette in realtà a rischio lo scoiattolo rosso.

Esatto: il mio libro sottolinea l'importanza di una conoscenza approfondita, senza certo sottovalutare l’importanza dell'emozione. Voglio sottolineare che l’emozione in una qualche misura è sempre “la molla”, è cruciale tuttavia non fermarsi a questa prima spinta emotiva ma sfruttarla, piuttosto, per procedere verso un'analisi approfondita della situazione. Si può dire dunque che se l’emozione è la spinta, la ragione dà la direzione. Ciò implica riconoscere e affrontare la complessità delle situazioni in cui le nostre azioni hanno luogo, avere il coraggio di affrontare la realtà con tutte le sue difficili implicazioni, le sue scomode verità, e le sue scelte difficili, soprattutto quando queste coinvolgono dilemmi ecologici o etici, come decidere se proteggere scoiattolo rosso nativo o lo scoiattolo grigio invasore che ne minaccia la sopravvivenza.


 Uno dei casi più complessi è quello del lupo. Come conciliare la conservazione della specie con la tutela del bestiame (e anche delle persone: per quanto gli attacchi di lupi a umani siano poco probabili, non sono impossibili)?

La questione della convivenza tra lupi, bestiame e umani è una delle sfide più complesse in tema di conservazione delle specie e gestione del territorio. Le strategie di gestione spesso si basano su un equilibrio precario e, talvolta, su un compromesso imposto principalmente dalle esigenze e dalle percezioni di chi non vive al momento direttamente il problema, ovvero le popolazioni urbane, che sono la maggioranza. Per questo ho portato il punto di vista di un allevatore il cui prezioso cane è stato ucciso da un lupo.
Certo, anche  la sensibilizzazione e l'educazione delle comunità locali riguardo al comportamento dei lupi e le strategie di coesistenza pacifica sono fondamentali, ma sarebbe anche necessario rimuovere gli individui confidenti.
La crescita della popolazione dei grandi predatori e i loro crescenti movimenti verso aree più urbanizzate suggeriscono una possibile revisione delle probabilità di interazioni — e talvolta conflitti — con gli esseri umani: a seguito dell’aumento di rischi e incidenti in ambito urbano, cambierà la sensibilità e l’approccio al problema.

Giulia con il suo gatto Hopek e un coniglio

Nel libro parli anche di conservazione delle razze domestiche caratteristiche delle varie zone, anche quando sono diventate poco convenienti dal punto di vista produttivo. Ritieni che siano comunque da mantenere in esistenza? E come si può fare, se gli allevatori hanno intenzione di puntare su razze più produttive?

Sicuramente esiste un aspetto che viene già menzionato nel libro, ovvero gli sforzi di mantenere la biodiversità zootecnica e in particolare queste razze rustiche autoctone non è soltanto una questione di preservazione culturale o ecologica, ma si configura, strategicamente, come un vero e proprio "piano di back-up". In un'epoca caratterizzata da incertezze globali, tra cui le fluttuazioni economiche e le crisi ecologiche, l'idea di affidarsi esclusivamente a razze super produttive, che pur offrendo alti rendimenti sono estremamente delicate e dipendenti da interventi umani intensivi, potrebbe rivelarsi a lungo termine una strategia rischiosa. L'importanza di preservare tali razze diventa ancora più evidente in un mondo globalizzato, dove la diffusione di pandemie e altre crisi sanitarie può essere accelerata proprio dalla mancanza di diversità genetica.

Un esemplare della razza suina Mora romagnola

Un caso diverso può essere quello di alcune razze di cani. Nel libro tu ricordi che alcune razze di cani a muso corto hanno problemi di respirazione. Di recente un articolo del “Guardian” ha riferito un appello (peraltro non nuovo) a non scegliere cani con questa caratteristica per contribuire a una riduzione dell'allevamento e commercio. Cosa ne pensi?

Qui nel Regno Unito da alcuni anni noi veterinari sosteniamo  intense campagne di sensibilizzazione.
I problemi di salute di queste razze a muso corto sono molti. Innegabili i problemi di respirazione, poiché hanno una ridondanza di tessuti molli mentre il cranio è piccolo. Quindi abbiamo palato molle lungo, narici strette, tutto ingombra il passaggio d’aria. I cani quando devono disperdere calore, a differenza nostra che sudiamo, ansimano. Immagina uno di questi animali nello sforzo immenso che fa per ansimare,  finisce invece per produrre più calore. Quindi vedo spesso questo genere di animali in emergenza, vuoi per colpi di calore estivi, vuoi per polmonite ab ingestis. Poi ci sono le ulcere corneali, perché hanno gli occhi sporgenti. Le dermatiti tra le pieghe della pelle. Poi ci sono problemi ortopedici, spinali. Insomma, sono cani fatti male.
Esiste tuttavia qualcosa di più profondo che si riflette nelle forme e nell'estetico: le caratteristiche neoteniche del brachicefalo (ovvero quelle che ricordano l'infante umano) stimolano in noi il desiderio di proteggere, il Nobel ed etologo Konrad Lorenz scriveva che “gli esseri umani provano un particolare affetto per animali dagli aspetti infantili: occhi grossi e tondi, un piccolo viso rispetto al cranio grande, la mascella poco sviluppata”. In questo contesto, ho dedicato un intero capitolo ai cani brachicefalici, iniziando dal profondo affetto che i loro proprietari provano per loro, per poi passare ad un'analisi più critica basata sulle mie conoscenze cliniche veterinarie.
Nel Regno Unito il fenomeno dei cani cosiddetti brachicefali (a muso corto) ha avuto un calo sensibile nell’ultimo anno. Penso dunque che stiamo andando nella giusta direzione, e che bisogna continuare a sensibilizzare. In futuro si potrebbe considerare l'eliminazione di tali razze, ma forse è una soluzione troppo radicale. Forse un’altra strategia più equilibrata potrebbe essere quella di spingere per una maggiore revisione degli standard di razza, promuovendo individui sani con forme anatomiche funzionali, combattendo seriamente il fenomeno del “backyard breeding” ovvero quello degli allevatori illegali, che vendono i cuccioli senza pedigree, e quindi non sono sottoposti ad alcun tipo di controllo.

Giulia in abiti da lavoro.

Un tema che accende molti animi: la sperimentazione animale.

Nel mio libro esploro un ambito piuttosto atipico della sperimentazione animale, che include studi su bombi, api, pulcini e pesci arcieri e zebrati. Il laboratorio del professor Vallortigara, dove ho avuto l'opportunità di osservare queste ricerche, si dedica principalmente allo studio della mente animale. In particolare, una delle linee di indagine si concentra su quello che potrebbe essere considerato l'a priori kantiano nel contesto cognitivo degli animali: strutture preesistenti che regolano il processo cognitivo. Questo suggerisce che la mente, sia animale che umana, non è una tabula rasa alla nascita; piuttosto, l'apprendimento tramite esperienza avviene solo perché il sistema nervoso è già predisposto con strutture che lo facilitano.  Il libro affronta anche il classico tema di cosa sia un modello scientifico e  le normative rigorose che regolano la sperimentazione animale, riflettendo su come lo statuto morale degli animali possa variare notevolmente a seconda del contesto. Per esempio, se i ricercatori tenessero ipoteticamente un pesce arciere come semplice animale ornamentale in una boccia di vetro spoglia, potrebbero portare avanti  le loro osservazioni senza particolari intralci, in maniera molto simile a quello che faceva Lorenz. Tuttavia, la situazione cambia drasticamente quando questi stessi pesci sono utilizzati in esperimenti comportamentali all’interno di un laboratorio. In questi casi, la legislazione richiede che i ricercatori specifichino il "livello di sofferenza" inflitto agli animali, con "lieve" come limite inferiore, comunemente associato al dolore di una puntura di ago. Questo solleva questioni complesse: come valutare la sofferenza di un animale che non viene neppure toccato? Esiste dunque una discrepanza notevole nel modo in cui gli animali sono percepiti e trattati in base alla categoria a cui appartengono.
La normativa italiana si basa anche una concezione profondamente sbagliata quando parla di “sviluppo neurologico superiore o inferiore” è più corretto dire che i cervelli si sono sviluppati in maniera differente a seconda delle possibilità, e che tutti si sono ugualmente evoluti.

Un altro tema che ti è valso qualche flame: gli animali nei circhi. Qual è la tua valutazione sulla situazione degli animali già presenti nei circhi e sull'opportunità o meno di proseguire ad averli?

In merito alla questione degli animali nei circhi, la posizione che sostengo è fermamente ancorata a un approccio pragmatico e basato su evidenze. Occorre riconoscere che gli animali cresciuti all'interno dei circhi si trovano in una situazione particolare, in cui la loro ricollocazione potrebbe non essere la soluzione ottimale.  Sul fronte scientifico, è essenziale richiamare l'attenzione sulla necessità di studi non compromessi da interessi esterni. Le decisioni sul futuro degli animali dei circhi devono basarsi su ricerche sul benessere degli animali condotte con integrità, evitando quei conflitti che hanno in passato portato a risultati di dubbia autenticità, come emerso su Witness Directory (An expert witness on foxhunting and animal welfare accused of “misrepresenting science” - 2018, 31 agosto) e su “The Telegraph” (Foxhunting prosecution professor “misrepresented science” - 2018, 11 agosto) e in Twisting the science to ban animals with circuses, in “Journal of the Elephant Managers Association”, 29(2), pp. 65-67 di Ted Friend. Si parla del prof. Stephen Harris, le cui review sui circhi sono state criticate dagli scienziati citati nella stessa review che hanno condotto gli studi di campo nei circhi.  Nonostante questo, le review di Harris sono ancora impiegate per portare avanti il divieto degli animali dei circhi, ignorando quello che dicono le ricerche di campo.
Sulla base delle review di Harris, la Federazione dei Veterinari Europei (FVE) raccomandava l’eutanasia agli animali del circo che non potessero essere riallocati nei santuari e nei centri di
recupero (NB: non ci sono review sul welfare animale che valutano queste ultime strutture).

L'occhio dell'elefantessa Buba (citata nel libro).

Nel libro fai riferimenti non solo alla letteratura scientifica, ma citi anche altre opere. Quali romanzi con animali consigli?

Come romanzi puri di animali suggerisco il classico “Creature grandi e piccole” di James Herriot e “ lo zoo di Roma” di Pascal Janovjak, che seppure sia un romanzo ha degli elementi molto accurati dal punto di vista storico. Ma consiglio anche alcuni saggi che tengono un tono abbastanza narrativo,  che mi son piaciuti molto, come “Ascesa e Caduta dei dinosauri” di Stephen L. Brusatte e “Darwin va in città: Come la giungla urbana influenza l'evoluzione” di Menno Schilthuizen, parlano esperti che navigano con passione nel proprio campo. Poi abbiamo alcuni libri difficili da catalogare, un mix di biografie/autobiografie e saggi come  “I pesci non esistono” di Lulu Miller, che traccia un parallelismo tra la sua vita complicata e la tassonomia, e poi “L'arte di collezionare mosche” di Fredrik Sjöberg, che è pure divertente, un entomologo che colleziona sirfidi e parla di Malaise, che ha inventato la famosa trappola per catturare insetti. Infine abbiamo una biografia “La signora dello zoo di Varsavia” di Diane Ackerman di cui mi ha stupito, oltre che la capacità narrativa, la sensibilità della scrittrice nei confronti degli animali e la fine descrizione dei loro comportamenti, tanto che mi sembrava di essere tornata a visitare il circo.

Qual è il tuo animale preferito?

I gatti, per la personalità e la loro intrinseca eleganza, i capibara per la natura tranquilla e socievole.

 Petteri, gatto di Giulia.

Grazie a Giulia per l'intervista (e per le immagini)!

lunedì 1 aprile 2024

Un nuovo materiale

Un nuovo materiale chiamato "alicio" migliorerà nettamente le prestazioni dei computer. Lo assicurano gli scienziati del Carpa (Center for Advanced Research in Physics and Astrophysics) di Fishburn (Regno Unito) che lo hanno messo alla prova ottenendo risultati eccezionali. Il merito va alla ricercatrice italiana Alice Lucci. La scoperta è legata al suo nome, in senso letterale. Spiega la giovane studiosa: "Mi chiamo Alice e, per scherzo, pensavo che se avessi scoperto o mi avessero dedicato un materiale, si sarebbe potuto chiamare "alicio". Il nome "alicio" mi ha fatto venire in mente alluminio e silicio". Alice ha quindi provato a mettere in pratica l'idea nata per scherzo aggiungendo alluminio a un chip in silicio, usando come aggregante l'ittiocolla che aveva in cucina. Il giorno seguente ha portato il suo prototipo al Carpa e sin dalle prime sperimentazioni si sono viste le potenzialità del nuovo modello di chip. "Va veloce come un pesce nell'acqua!", ha esclamato sbalordito uno degli scienziati del centro.