La nuova frontiera che si sta aprendo è quella della bio-intelligenza artificiale che coniuga le capacità di computazione e appredimento dei programmi di IA con biotecnologie quali l'editing genomico. Risultati sorprendenti sono stati raggiunti dal programma ARtificial INtelligence and Genome Arrangement (Aringa) guidato dalla giovane ricercatrice italiana Alice Lucci. "Siamo elettrizzati come se ci avesse colpito una torpedine" assicura Alice.
"Stiamo lavorando con alborelle, gambusie e altre specie", spiega la ricercatrice, "e con l'intelligenza artificiale possiamo vagliare in tempi brevi una quantità enorme di possibili variazioni, con la possibilità di compiere studi in diverse direzioni, da quelle con un riscontro pratico più immediato, come le modalità per rendere più proficua l'itticoltura, a curiosità scientifiche come l'origine evolutiva del singhiozzo".